Il Progetto Zonale Intercultura

L’intervento della Conferenza Zonale per l’Istruzione sull’educazione interculturale e sui progetti di accoglienza ha radici storiche profonde ed ha un carattere di continuità che prosegue da oltre vent’anni. L’impegno sulle politiche educative in questo settore è segnato anche dalla scelta della Conferenza Zonale di dedicare a questa finalità il 20% delle risorse totali del PEZ SCOLARE.


I dati statistici sulla composizione demografica del territorio dimostrano che la presenza media di studenti stranieri ammonta al 18% del totale degli allievi, corrispondente ad una popolazione straniera che ammonta al 13% del totale dei residenti. È da aggiungere, per capire i dati, che altri allievi non italofoni non risultano statisticamente perché di cittadinanza italiana (in quanto figli di cittadini italiani). Cercando inoltre di avere uno sguardo più ampio, secondo l’ultimo report del Miur (Gli alunni con cittadinanza non italiana a.s. 2019/2020, Miur 2021), nell’anno scolastico 2019/2020, gli alunni e le alunne con cittadinanza non italiana nella scuola italiana erano 877 mila, ovvero il 10,3% del totale di alunni e alunne al livello nazionale. Tra questi il 65,4% è nato in Italia (574 mila), con un incremento del 20% dall’anno scolastico 2015/2016 (da 478 mila unità a 574 mila).


Tra il 34,6% di alunni nati all’esterno, si è registrato invece un andamento instabile degli alunni neoarrivati: i dati di medio-lungo periodo, relativi al periodo 2015/2016 - 2019/2020 mostrano una tendenza alla diminuzione nel settore della Primaria (-11.249 unità) e della Secondaria di II grado (-1.386), mentre si osserva un aumento nella Secondaria di I grado (+805).


Al livello regionale, in Toscana, sono il 14,5% gli alunni con background migratorio, di cui il 68,5% (49.966) è nato in Italia, confermando il trend nazionale.
Il numero di alunni neoarrivati in Toscana è di 2.411: la Toscana rimane una delle prime regioni in cui si registra il maggior numero di alunni neoarrivati, dopo la Lombardia (5.713) e l'Emilia-Romagna (3.025). Questi dati mostrano che, ormai da qualche anno, la scuola italiana è un ambiente plurilingue e plurale, in cui gli alunni con background migratorio hanno profili (linguistici) molto variegati: troviamo soprattutto studenti nati in Italia (68,5% in Toscana), e rimane una percentuale minore di alunni nati all’estero che vivono in Italia da qualche anno o che sono appena arrivati. Gli studenti nati in Italia non costituiscono un gruppo omogeneo, in quanto dobbiamo tenere ben presente le diverse storie personali e familiari, e quindi anche le competenze linguistiche, in italiano e in altre lingue, possono variare molto all’interno di questo gruppo. Da questa varietà di background personali e familiari ne consegue che le classi sono composte da alunni con competenze linguistiche molto eterogenee, e da questa eterogeneità di competenze, nascono bisogni e percorsi di apprendimento altrettanto variegati. Da una parte rimane il bisogno di accogliere gli alunni e le alunne appena arrivati in Italia e quindi a scuola, sostenendo e accompagnando il loro apprendimento linguistico. Dall’altra è necessario ampliare lo sguardo verso gli alunni che sono nati in Italia, per i quali può essere necessario sostenerli nell’apprendimento della lingua italiana per lo studio delle discipline. Ma oltre al sostegno linguistico, è importante stimolare una didattica attenta alla pluralità dell’ambiente scolastico, per esempio attraverso pratiche didattiche inclusive che riconoscano e valorizzino le altre lingue della classe, con ricadute positive su tutta la comunità scolastica e sulla società.


È per questo motivo che un gruppo di insegnanti, rappresentanti delle varie scuole ed Istituti dell’area, in collaborazione con il Centro “Bruno Ciari”, ha elaborato un nuovo Protocollo di Accoglienza da condividere con tutto il personale scolastico, docente e non docente. Il Protocollo prende ispirazione da una versione già esistente, elaborata nel 2003 da un gruppo di lavoro di referenti e insegnanti in collaborazione con il Centro Interculturale Empolese-Valdelsa e ratificato da tutte le scuole della Zona. Il Protocollo è un documento che contiene criteri metodologici e indicazioni operative riguardanti l’accoglienza degli alunni stranieri nella scuola, sia nella fase del primo inserimento sia lungo tutto l’arco dell’anno scolastico, nel rispetto dei principi di equità e di educazione democratica. Il documento, pertanto, contribuisce a definire compiti e ruoli degli operatori scolastici e traccia le principali fasi di articolazione dei processi di accoglienza. Questo tipo di impostazione degli interventi ha il suo cardine nella formazione, aggiornamento continuo e coordinamento portato avanti dal Tavolo Zonale per l’educazione interculturale. In questa sede si possono affrontare e approfondire, anche a livello formativo, le modalità di apprendimento dell’italiano come L2, le strategie per una didattica inclusiva, le attività realizzate nell’ottica dell’apprendimento cooperativo, il ruolo della mediazione linguistica ed il continuo aggiornamento sulle indicazioni ministeriali.  Come strumenti di punta per una buona accoglienza, si realizzano in tutte le scuole laboratori per la facilitazione dell'apprendimento della lingua italiana. I laboratori vengono proposti, ragionati, programmati e assegnati nel corso di riunioni di coprogettazione con gli insegnanti e vengono svolti in ogni singola scuola. Il confronto sulla programmazione del lavoro di sostegno e di inserimento in classe è continuo e capillare.  Come negli altri progetti, ci sono insegnanti referenti che collaborano attivamente nella progettazione zonale.


Per sostenere e valorizzare questa pluralità di competenze e vissuti in ottica partecipativa e inclusiva, il Tavolo Educazione Interculturale individua quattro dimensioni d’intervento:

 

  1. I laboratori linguistici
  2. Percorsi formativi sulla didattica plurilingue e interculturale
  3. Monitoraggio sul Protocollo di accoglienza
  4. Il Portale Intercultura